Dieta Mediterranea: storia, benefici per la salute e impatto ambientale

Il concetto di dieta mediterranea è stato introdotto negli anni ’50 dal fisiologo americano Ancel Benjamin Keys. Keys descrisse la relazione tra dieta e insorgenza delle malattie cardiovascolari (CVD), in particolare grazie allo studio epidemiologico noto come Seven Countries Study, il primo a evidenziare i benefici per la salute del modello alimentare mediterraneo.[1][2][3]

La dieta mediterranea, che è riconosciuta come uno dei modelli alimentari più sani, è ricca di alimenti vegetali minimamente lavorati, quali verdure, legumi, cereali, meglio se integrali, con l’olio di oliva extravergine come principale fonte di grassi. Quindi, è un modello nutrizionale naturalmente ricco di composti antiossidanti e con proprietà antiinfiammatorie ben documentate.[4][5]

Dopo lo studio di Keys, molti altri gruppi di ricerca hanno evidenziato, in popolazioni appartenenti a paesi industrializzati e non, il ruolo protettivo di questo tipo di alimentazione non solo nei confronti della CVD, ma anche di malattie cronico-degenerative, dei disturbi depressivi, nonché una correlazione con miglioramenti sulla capacità di apprendimento. Ed è stato dimostrato che una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata in generale al miglioramento dello stato di salute e alla riduzione della mortalità.[6]

È importante sottolineare che nessuna prova scientifica suggerisce che la dieta mediterranea sia dannosa per la salute. Al contrario, grazie al ridotto consumo di carne, contribuisce non solo al benessere individuale, ma anche alla salute pubblica, a mezzo della riduzione delle emissioni di gas serra.[7][8]

In definitiva, la dieta mediterranea rappresenta un tipo di alimentazione che deve essere salvaguardata e promossa, in contrapposizione al trend mondiale verso una uniformità dietetica che sta avanzando anche nei paesi del bacino mediterraneo.[9][10]

Indice

Ancel Keys e il Seven Countries Study

Nei primi anni ’50, Keys individuò una correlazione tra dieta e rischio di malattie cardiovascolari confrontando i tassi di insorgenza di CVD tra dirigenti aziendali americani e popolazioni europee appena uscite dalla seconda guerra mondiali. Mentre tra i primi, soggetti ben nutriti, i tassi di insorgenza di CVD erano elevati, nei secondi, che invece si trovavano in una fase di indigenza alimentare, erano bassi. Queste osservazioni portarono Keys a ipotizzare una correlazione tra contenuto di grassi nella dieta e i decessi per malattie cardiovascolari.[11]

La successiva osservazione di una frequenza estremamente bassa di malattie coronariche e certi tipi di tumore nella popolazione dell’isola di Creta, in molta della restante popolazione greca, e in quella del sud dell’Italia rispetto a quanto osservato negli USA, portò Keys a ipotizzare che l’alimentazione di quelle popolazioni, caratterizzata da un basso contenuto di grassi di origine animale, costituisse un fattore di protezione.[3]
Il passo successivo condotto da Keys fu l’avvio di quello che sarà conosciuto come il Seven Countries Study, uno studio epidemiologico osservazionale a lungo termine, ben 25 anni, e il più conosciuto sulla dieta mediterranea, nel quale fu osservata:

  • una correlazione inversa tra la dieta e il rischio di morte generale e legata a malattie cardiovascolari;
  • che i grassi saturi sono il principale fattore di rischio dietetico;
  • che seguire un’alimentazione di tipo mediterraneo portava a una riduzione del rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari.[1][12]

Caratteristiche della dieta mediterranea

La dieta mediterranea è caratterizzata dal consumo prevalente di cibi di origine vegetale quali legumi, verdure, cereali (preferibilmente integrali) e olio extravergine d’oliva, il che assicura un buon apporto di fibre, antiossidanti, fitosteroli, polifenoli e acidi grassi insaturi.[5]

Per quanto riguarda i prodotti di origine animale, il consumo di carne, in particolare carne rossa e prodotti derivati, nonché di prodotti caseari ad alto contenuto di grassi dovrebbe essere limitato, mentre dovrebbero essere presenti pesci e frutti di mare.
Il consumo di etanolo dovrebbe essere moderato, da assumerlo con il vino rosso durante i pasti.
E tra i greci che hanno partecipato allo studio EPIC, l’olio extravergine di oliva, le verdure, i legumi, un modesto apporto di etanolo, assieme a un basso consumo di carne e derivati, sono risultati predittori di una minore mortalità.[13][14]

Pietra angolare della dieta mediterranea è l’olio extravergine di oliva. Da utilizzarsi preferibilmente crudo, è un’ottima fonte di acidi grassi monoinsaturi e contiene oltre 2000 diverse molecole,, molte con attività antiossidante.

Bottiglia di olio extravergine di oliva, la pietra angolare della dieta mediterranea.Rappresentando la principale fonte di grassi, quando associato a un basso consumo di prodotti di origine animale ad alto contenuto di grassi, assicura un elevato rapporto tra acidi grassi monoinsaturi e acidi grassi saturi, il che concorre al miglioramento del profilo lipidico e del controllo glicemico nei diabetici.[15][16]

E’ tuttavia fuorviante focalizzare l’attenzione su un singolo componente della dieta mediterranea; non esiste il “proiettile magico”, come mostrato da studi che si sono concentrati su un unico nutriente. Le persone non mangiano un singolo e isolato nutriente, ma un complesso di nutrienti e, cosa ancora più importante, i nutrienti interagiscono tra di loro in modo sinergistico o antagonistico. Quindi, i benefici per la salute apportati dalla dieta mediterranea derivano dall’effetto combinato di tutti i suoi componenti.[17]

Dieta mediterranea e malattie croniche

Dopo il Seven Countries Study numerosissimi studi hanno dimostrato l’efficacia di questo modello nutrizionale nella prevenzione sia primaria che secondaria delle principali malattie croniche, dalle malattie cardiovascolari ai disturbi depressivi, nonché una riduzione della mortalità generale.
Di seguito alcuni esempi.

  • Una meta-analisi ha analizzato l’associazione tra l’aderenza alla dieta mediterranea, mortalità, e incidenza di malattie dimostrando che “la maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata in modo significativo con una riduzione della mortalità generale, mortalità cardiovascolare, incidenza e mortalità per cancro, e incidenza del morbo di Parkinson.”.[4]
  • Uno studio multicentrico randomizzato ha dimostrato l’efficacia nella prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari in soggetti ad alto rischio cardiovascolare.[18][19]
  • L’aderenza alla dieta mediterranea è correlata sia a un minor rischio di morbo di Alzheimer che a un decorso e a un esito più favorevoli: maggior è l’aderenza, minore è la mortalità, e si suggerisce un effetto dose–risposta.[20][21][22]
  • Ci sono prove crescenti che indicano un effetto protettivo sull’aumento di peso.[23][24]
  • E’ stata riporta un’associazione inversa tra l’aderenza a queste abitudini dietetiche e l’incidenza del diabete di tipo 2 tra soggetti inizialmente in salute e in pazienti sopravvissuti a un infarto miocardico.[25][26]
  • E’ associata a una minor prevalenza della sindrome metabolica.[27][28]
  • Studi epidemiologici e di intervento hanno rivelato un effetto protettivo nei confronti dell’infiammazione cronica lieve e delle sue complicanze metaboliche.[29][30]
  • Ci sono prove che l’aderenza al modello della dieta mediterranea possa avere un potenziale ruolo protettivo per quanto riguarda la prevenzione dei disturbi depressivi.[31][32]

Ruolo nella riduzione dei gas serra

La dieta mediterranea è in grado di migliorare la salute pubblica anche concorrendo alla riduzione dell’emissione dei gas serra, ossia anidride carbonica (CO2), metano, ossido di azoto e simili, provenienti dal settore zootecnico, che è responsabile dei 4/5 delle emissioni legate all’agricoltura. Queste emissioni sono maggiori di quelle dovute ai trasporti, e seconde solo a quelle derivanti dalla produzione di energia.[33][34][35]

Se a questo si aggiunge che la popolazione mondiale sta crescendo, e tale crescita è accompagnata da un aumento del consumo pro capite di carne, con stime secondo cui entro il 2030 si avrà un incremento della produzione di carne dell’85% rispetto al 2000, il ruolo della dieta mediterranea nei confronti della riduzione dell’emissione dei gas serra diviene ancora più evidente.[36][37]

Allevamento bovino e gas serra

Analizzando nel dettaglio i gas serra derivanti dall’allevamento bovino, il maggiore responsabile dell’emissione nel comparto zootecnico, questi derivano come di seguito indicato:

  • 40% dalla perdita di piante annuali, erbe e alberi che ricoprirebbero il terreno dove si coltiva il foraggio;
  • 32% dalle emissioni di metano da parte dei rifiuti animali e dagli animali stessi;
  • 14% dai fertilizzanti per la coltivazione dei cereali da foraggio, di cui ne sono necessari circa 16 chili per chilo di carne consumata;
  • 14% dalla produzione agricola generale.

Nella tabella sono confrontate le emissioni di CO2 dovute alla produzione di diversi cibi, considerando porzioni da 225 g, con quelle rilasciate da una macchina a benzina che fa circa 12 chilometri con un litro.

Confronto delle emissioni di CO2 equivalente (g) per porzioni di 225 g di diversi alimenti rapportate alla distanza (km) percorsa da un’auto a benzina (consumi di 12km/L)
Alimenti CO2 equivalente (g) Distanza equivalente (km)
Patate 59 0,300
Mele 68 0,320
Asparagi 91 0,440
Pollo 249 1,17
Maiale 862 4,10
Manzo 3360 15,80

Quindi produrre 225 grammi di carne di manzo porta al rilascio di una quantità di gas serra quasi 13 volte maggiore di quella rilasciata a seguito della produzione di una eguale quantità di pollo e addirittura 57 volte maggiore se consideriamo le patate.
Per fare un altro esempio produrre i 41 chili di carne bovina consumata annualmente dallo statunitense medio genera la stessa quantità di CO2 di un’automobile che percorra 3000 chilometri.[38][39][40][41]

La dieta mediterranea è quindi una via comprovata per salute e longevità. Oltre al benessere personale, rappresenta un modello sostenibile, a dimostrazione che ciò che fa bene a noi fa bene anche al pianeta.

Bibliografia

  1. ^ a b Keys A., Aravanis C., Blackburn H., et al. Seven Countries: A Multivariate Analysis of Death and Coronary Heart Disease. Harvard University Press, Cambridge, Harvard University Press, ISBN: 0-674-80237-3, 1980. 381 pp.
  2. ^ Keys A. Mediterranean diet and public health: personal reflections. Am J Clin Nutr 1995;61:1321S-1323S doi:10.1093/ajcn/61.6.1321S
  3. ^ a b Menotti A., Puddu P.E. Ancel Keys, the Mediterranean diet, and the Seven Countries Study: a review. J Cardiovasc Dev Dis 2025;12(4):141. doi:10.3390/jcdd12040141
  4. ^ a b Sofi F., Cesari F., Abbate R., Gensini G.F. and Casini A. Adherence to Mediterranean diet and health status: meta-analysis. BMJ 2008;337:a1344. doi:10.1136/bmj.a1344
  5. ^ a b Barbouti A., Goulas V. Dietary antioxidants in the Mediterranean diet. Antioxidants (Basel) 2021;10(8):1213. doi:10.3390/antiox10081213
  6. ^ Sikalidis A.K., Kelleher A.H., Kristo A.S. Mediterranean diet. Encyclopedia 2021;1(2):371-387. doi:10.3390/encyclopedia1020031
  7. ^ Friel S., Dangour A.D., Garnett T., Lock K., Chalabi Z., Roberts I., Butler A., Butler C.D., Waage J., McMichael A.J. and Haines A. Public health benefits of strategies to reduce greenhouse-gas emissions: food and agriculture. Lancet 2009;374:2016-2025. doi:10.1016/S0140-6736(09)61753-0
  8. ^ García S., Bouzas C., Mateos D., et al. Carbon dioxide (CO2) emissions and adherence to Mediterranean diet in an adult population: the Mediterranean diet index as a pollution level index. Environ Health 2023;22(1):1. doi:10.1186/s12940-022-00956-7
  9. ^ Nestle M. Mediterranean diets: historical and research overview. Am J Clin Nutr 1995;61:1313S-1320S doi:10.1093/ajcn/61.6.1313S
  10. ^ UNESCO. Mediterranean Diet. UNESCO Intangible Cultural Heritage. https://ich.unesco.org/en/RL/mediterranean-diet-00884. Accessed September 12, 2025.
  11. ^ Keys A., Taylor H.L., Blackburn H., Brozek J., Anderson J.T., Simonson E. Coronary heart disease among Minnesota business and professional men followed fifteen years. Circulation 1963;28:381–395. doi:10.1161/01.CIR.28.3.381
  12. ^ Menotti A., Lanti M., Kromhout D., Blackburn H. Nissinen A., Dontas A., Kafatos A., Nedeljkovic S., Adachi H. Forty-year coronary mortality trends and changes in major risk factors in the first 10 years of follow-up in the Seven Countries Study. Eur J Epidemiol 2007;22(11):747-54. doi:10.1007/s10654-007-9176-4
  13. ^ Trichopoulou A., Costacou T., Bamia C., Trichopoulos D. Adherence to a Mediterranean Diet and Survival in a Greek Population. N Engl J Med 2003;348:2599-2608. doi:10.1056/NEJMoa025039
  14. ^ Trichopoulou A., Bamia C. and Trichopoulos D. Anatomy of health effects of Mediterranean diet: Greek EPIC prospective cohort study. BMJ 2009;338:b2337. doi:10.1136/bmj.b2337
  15. ^ Covas M.I. Olive oil and the cardiovascular system. Pharmacol Res 2007;55(3):175-86. doi:10.1016/j.phrs.2007.01.010
  16. ^ Riolo R., De Rosa R., Simonetta I., Tuttolomondo A. Olive oil in the Mediterranean diet and Its biochemical and molecular effects on cardiovascular health through an analysis of genetics and epigenetics. Int J Mol Sci 2022;23(24):16002. doi:10.3390/ijms232416002
  17. ^ Giugliano D., Esposito K. Mediterranean diet and metabolic diseases. Curr Opin Lipidol 2008;19:63-68. doi:10.1097/MOL.0b013e3282f2fa4d
  18. ^ Estruch R., Ros E., Salas-Salvadó J., et al. Primary prevention of cardiovascular disease with a Mediterranean Diet. N Engl J Med 2013;368:1279-1290. doi:10.1056/NEJMoa1200303
  19. ^ Laffond A., Rivera-Picón C., Rodríguez-Muñoz P.M., Juárez-Vela R., Ruiz de Viñaspre-Hernández R., Navas-Echazarreta N., Sánchez-González J.L. Mediterranean det for primary and secondary prevention of cardiovascular disease and mortality: an updated systematic review. Nutrients 2023;15(15):3356. doi:10.3390/nu15153356
  20. ^ Scarmeas N., Luchsinger J.A., Mayeux R. and Stern Y. Mediterranean diet and Alzheimer disease mortality. Neurology 2007;69(11):1084-1093 doi:10.1212/01.wnl.0000277320.50685.7c
  21. ^ Morris M.C., Tangney C.C., Wang Y., Sacks F.M., Bennett D.A., Aggarwal N.T. MIND diet associated with reduced incidence of Alzheimer’s disease. Alzheimers Dement 2015;11(9):1007-14. doi:10.1016/j.jalz.2014.11.009
  22. ^ Vaziri Y. The Mediterranean diet: a powerful defense against Alzheimer disease – A comprehensive review. Clin Nutr ESPEN 2024;64:160-167. doi:10.1016/j.clnesp.2024.09.020
  23. ^ Schröder H. Protective mechanisms of the Mediterranean diet in obesity and type 2 diabetes. J Nutr Biochem 2007;18:149-60. doi:10.1016/j.jnutbio.2006.05.006
  24. ^ Lotfi K., Saneei P., Hajhashemy Z., Esmaillzadeh A. Adherence to the Mediterranean diet, five-year weight change, and risk of overweight and obesity: a systematic review and dose-response meta-analysis of prospective cohort studies. Adv Nutr 2022;13(1):152-166. doi:10.1093/advances/nmab092
  25. ^ Martínez-González M.Á., de la Fuente-Arrillaga C., Nunez-Cordoba J.M., Basterra-Gortari F.J., Beunza J.J., Vazquez Z., Benito S., Tortosa A., Bes-Rastrollo M. Adherence to Mediterranean diet and risk of developing diabetes: prospective cohort study. BMJ 2008;336:1348-1351. doi:10.1136/bmj.39561.501007.BE
  26. ^ Martín-Peláez S., Fito M., Castaner O. Mediterranean diet effects on type 2 diabetes prevention, disease progression, and related mechanisms. A review. Nutrients 2020;12(8):2236. doi:10.3390/nu12082236
  27. ^ Kastorini C.M., Milionis H.J., Esposito K., Giugliano D., Goudevenos J.A., Panagiotakos D.B. The effect of Mediterranean diet on metabolic syndrome and its components: a meta-analysis of 50 studies and 534,906 individuals. J Am Coll Cardiol 2011;57(11):1299-313. doi:10.1016/j.jacc.2010.09.073
  28. ^ Dayi T, Ozgoren M. Effects of the Mediterranean diet on the components of metabolic syndrome. J Prev Med Hyg 2022;63(2 Suppl 3):E56-E64. doi:10.15167/2421-4248/jpmh2022.63.2S3.2747
  29. ^ Casas R., Sacanella E., Urpí-Sardà M., et al. The effects of the mediterranean diet on biomarkers of vascular wall inflammation and plaque vulnerability in subjects with high risk for cardiovascular disease. A randomized trial. PLoS One 2014;9(6):e100084. doi:10.1371/journal.pone.0100084
  30. ^ Bonaccio M., Pounis G., Cerletti C., Donati M.B., Iacoviello L., de Gaetano G; MOLI-SANI Study Investigators. Mediterranean diet, dietary polyphenols and low grade inflammation: results from the MOLI-SANI study. Br J Clin Pharmacol 2017;83(1):107-113. doi:10.1111/bcp.12924
  31. ^ Sánchez-Villegas A., Delgado-Rodríguez M., Alonso A., Schlatter J., Lahortiga F., Serra Majem L., Martínez-González M.A. Association of the Mediterranean Dietary pattern with the incidence of depression: The Seguimiento Universidad de Navarra/University of Navarra Follow-up (SUN) Cohort. Arch Gen Psychiatry 2009;66:1090-1098 doi:10.1001/archgenpsychiatry.2009.129
  32. ^ Bizzozero-Peroni B., Martínez-Vizcaíno V., Fernández-Rodríguez R., Jiménez-López E., Núñez de Arenas-Arroyo S., Saz-Lara A., Díaz-Goñi V., Mesas A.E. The impact of the Mediterranean diet on alleviating depressive symptoms in adults: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Nutr Rev 2025;83(1):29-39. doi:10.1093/nutrit/nuad176
  33. ^ Willett W., Rockström J., Loken B., et al. Food in the Anthropocene: the EAT-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems. Lancet 2019;393(10170):447-492. doi:10.1016/S0140-6736(18)31788-4
  34. ^ Koliaki C.C., Katsilambros N.L., Dimosthenopoulos C. The Mediterranean diet in the era of climate change: a reference diet for human and planetary health. Climate 2024 12(9):136. doi:10.3390/cli12090136
  35. ^ Kristiansen S., Painter J., Shea M. Animal agriculture and climate change in the US and UK elite media: volume, responsibilities, rauses and solutions. Environ Commun 2021;15(2):153-172. doi:10.1080/17524032.2020.1805344
  36. ^ FAO. Livestock’s long shadow: environmental issues and options. Rome: Food and Agriculture Organization of the United Nations. 2006. https://www.fao.org/4/a0701e/a0701e00.htm
  37. ^ Font-I-Furnols M. Meat consumption, sustainability and alternatives: an overview of motives and barriers. Foods 2023;12(11):2144. doi:10.3390/foods12112144
  38. ^ Opio C., Gerber P., Mottet A., Falcucci A., Tempio G., MacLeod M., Vellinga T., Henderson B., Steinfeld H. Greenhouse gas emissions from ruminant supply chains – A global life cycle assessment. Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), Rome. 2013. https://www.fao.org/4/i3461e/i3461e.pdf
  39. ^ Poore J., Nemecek T. Reducing food’s environmental impacts through producers and consumers. Science 2018;360(6392):987-992. doi:10.1126/science.aaq0216
  40. ^ IPCC: Climate Change and Land: an IPCC special report on climate change, desertification, land degradation, sustainable land management, food security, and greenhouse gas fluxes in terrestrial ecosystems. 2019. https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2019/11/SRCCL-Full-Report-Compiled-191128.pdf
  41. ^ Nugrahaeningtyas E., Lee J.S., Park K.H. Greenhouse gas emissions from livestock: sources, estimation, and mitigation. J Anim Sci Technol 2024;66(6):1083-1098. doi:10.5187/jast.2024.e86